Percorso storico – Capena

Photo: Casa Angelina B&B


Percorso Storico

La città odierna di Capena occupa il territorio dell’antica cittadina medievale di Leprignano, che ha ricevuto questo nome nuovo dopo la guerra. L’antica Capena invece, era la città egemone dei Capenati, una popolazione italica con lingua diversa dagli etruschi dai quali fu colonizzata a partire dal VII secolo a.C mantenendo inalterata la lingua. Livio soprattutto ci parla di questo antico popolo, che abitava la valle del Tevere, un’area strategica per i traffici commerciali ed anche un territorio fertile e ricco per le coltivazioni di frutta, vite e ulivo. Alleata di Veio con la quale aveva rapporti di vera sudditanza.

18301030_1278693115541693_6736668354508841626_nSecondo la leggenda tramandata da Servio, Capena fu fondata da coloni veienti guidati dal re Properzio, durante una primavera sacra, e si stabilirono sull’altura di Civitucola tra l’VIII e il VII secolo. Questo centro posto su un pianoro naturalmente protetto, era collegato sia attraverso la via Capenate che dal Capenas stesso, affluente del Tevere, con scalo presso Lucus Ferionae, luogo sacro per i Capenati.

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La sede dell’antica città di Capena è distante alcuni chilometri dall’attuale paese, si trova in località “Macchie”, sulla collina denominata “Civitucola”, che viene però chiamata comunemente “Castellaccio” a causa del rudere a pianta rettangolare che nel Medioevo fu adibito a Monastero dei Benedettini con annessa una chiesa dedicata al culto di San Giovanni Apostolo e Evangelista.

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L’espansione di Capena ha riguardato  parte del nord della provincia di Roma; i Capenati, infatti, prosperavano nella regione arrivando ad includere nel loro territorio molte delle odierne cittadine: Civitella San Paolo, Morlupo, Fiano, Nazzano, Ponzano, Filacciano, Torrita, Rignano, Sant’Oreste, Castelnuovo di Porto e Riano. La cultura dei Capenati era derivata dalla mescolanza di tutte le influenze provenienti dall’esterno: come quella Etrusca, Latina o Sabina.

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Nel IV secolo a.C. entrò nell’orbita romana e venne ascritta alla tribù Stellatina,   divenne municipium e conservò una parte del suo territorio ad est mantenendo una proprià identità culturale che nei secoli si fuse con quella della civiltà Romana. Nel periodo imperiale aumentarono i latifondi, come dimostrano le numerose Ville sorte nella zona, la più famosa è la Villa dei Volusii. Ogni villa del tardo Impero cominciava ad assumere l’aspetto di quello che doveva essere più tardi, il feudo Medioevale con il suo castello come nucleo centrale e il borgo fortificato, o “Castrum”.

Villa_Focus AranjuezNell’area della città affiorano ancora numerosi frammenti di ceramica e marmo di età romana e anche frammenti ad impasto del periodo arcaico. Da quest’area provengono le statue e le numerose iscrizioni su basi onorarie, monumenti eretti dai Capenati – come era costume nell’età imperiale – in onore degli imperatori romani e dei personaggi illustri dell’epoca.

Nell’era cristiana, il territorio fu chiamato Collinense, e il castrum di Civitucola sia pure solo come castello fu abitato fino al 1259 mentre fino al 1393 era già “diruto”  e disabitato.

18342197_1278692382208433_7178924040146067979_nSebbene dal 1756 il Galletti avesse individuato l’antica Capena presso la località Le macchie, questo studio fu oggetto di disputa tra gli studiosi fino al 1931 quando I saggi di scavo, portarono alla luce tratti delle mura costruite in opera quadrata, con blocchi di tufo irregolari. Furono individuati una delle due porte d’accesso alla città, resti di edifici e opere idrauliche. Fu evidenziato anche un tratto di strada romana basolata, la V. Capenate, che collegava la Via Flaminia con la Via Tiberina, passando per Capena e per il santuario di Lucus Feroniae, da dove partiva e dove se ne può ammirare un altro tratto.Nell’area della città affiorano ancora numerosi frammenti di ceramica e marmo di età romana e anche frammenti ad impasto del periodo arcaico. Da quest’area provengono le statue e le numerose iscrizioni su basi onorarie che sono attualmente conservate in parte nell’edificio del Comune e in parte nei Giardini Pubblici. Si tratta di monumenti eretti dai Capenati – come era costume nell’età imperiale – in onore degli imperatori romani e dei personaggi illustri dell’epoca.

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Leprignano

Con i latifondi nel Tardo Impero, ha origine il “Fundus Apronianum”, che secondo alcuni studiosi corrisponderebbe a Leprignano, attuale Capena, che si incontra per la prima volta una bolla di Papa Gregorio VII del 1081, dove “fundus Apronianum”, viene chiamato “Castrum Lepronianum”. Il 14 marzo del 1081, Papa Gregorio VII, con una bolla, concede il possesso del territorio di Leprignano (ex Fundus Apronianum), al Monastero Benedettino di S. Paolo.

Si succederanno conferme, e il fondo verrà usurpato e poi restituito, e nel 1311 tutte le proprietà saranno concesse in enfiteusi dai Monaci a Pietro di Stefano Tosecchi.

20170525_191532Bonifacio IX nel 1390 concede il paese ad Antonio Citti o Cicei, abruzzese. Nel 1522 il Monastero affitta Leprignano a Francesco della Rovere, quindi al Barone Argelli, conservandone però la proprietà. Dagli archivi storici del Vaticano e dell’Abbazia di S. Paolo, si hanno notizie di una rivolta degli abitanti di Leprignano contro i monaci, nel 1594 con successivo arresto dei rivoltosi. La rivolta sfociò poi nell’occupazione da parte dei Leprignanesi del territorio di Leprignano. Nel 1614, il Monastero rientrò in possesso del territorio e fu stipulato un atto di concordia nel 1617. Gli abitanti di Leprignano però, continuarono a ribellarsi ai Monaci per tutto il Seicento e 1700.

L’amore per la libertà e l’indipendenza del popolo Capenate si manifestò anche per tutto l’Ottocento, durante le guerre di Indipendenza. Infatti, alcuni abitanti del paese presero parte alle lotte al fianco di Garibaldi, soprattutto nella battaglia di Mentana avvenuta il 3 novembre 1867. Subito dopo la caduta dello Stato Pontificio nel 1870, il territorio di Leprignano si staccò dalla giurisdizione dei Monaci Nel 1910 il Monastero di S. Paolo affittò il palazzo alla chiesa parrocchiale e nel 1920 fu affittato al comune che lo utilizzò come Municipio e come scuola elementare fino al 1930. Successivamente il Monastero vendette il palazzo a privati.

Qualche anno fa la città di Capena è stata insignita del titolo di “Città d’arte” dalla Regione Lazio, un riconoscimento per questa cittadina dal passato davvero importante.

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